Stai scrollando Instagram e ti capita la pubblicità di un blazer creato a mano con materiale riciclato. Clicchi sul profilo e scopri che appartiene ad un microbrand: è un capo unico, realizzato direttamente dal designer e con materiali di qualità. Ti piace, lo compri. Cosa ti ha convinto nel complesso? L’autenticità del capo.
Ma che significa innanzitutto microbrand? Con questo termine si fa riferimento un piccolo marchio indipendente, spesso gestito direttamente dai fondatori o da un piccolo team, che si concentra su una produzione di nicchia o altamente specializzata.

E perché Instagram fa da campo magnetico per questo genere di marchi? I social media rappresentano una vetrina di visibilità importante che, con la giusta strategia di sviluppo, consente di farsi conoscere e raggiungere il target di consumatori più adatto.

Nello specifico, Instagram permette ai creatori di mostrare il proprio lavoro in tempo reale, stabilendo un contatto diretto e immediato con i potenziali clienti. Questo non solo riduce la distanza tra brand e consumatori, ma porta anche a una maggiore trasparenza. Gli acquirenti possono vedere il dietro le quinte della produzione, conoscere la storia del marchio e interagire direttamente con i fondatori, creando una community fedele e affezionata.

A ciò si aggiunge un desiderio di ‘esclusività’ – elemento in comune con i prodotti di lusso – derivante dal fatto che spesso si tratta di collezioni in edizione limitata, in pre-order. Questo modello aiuta a ridurre sprechi, mentre la trasparenza nella comunicazione, che svela anche le difficoltà del processo produttivo, costruisce fiducia tra brand e clienti, alimentando un effetto di passaparola digitale. Inoltre, molti microbrand collaborano con artisti locali e artigiani, puntando a una produzione sostenibile, prediligendo materiali riciclati e processi a basso impatto ambientale, strizzando l’occhio a concetti come l’upcycling.

Ma non è tutto oro quello che luccica. Questa trasparenza ha il suo lato critico: a differenza dei grandi marchi, spesso i microbrand devono far fronte a costi di produzione più alti per mantenere le proprie promesse di sostenibilità. E se si ha molto successo e si vuole crescere? Per l’appunto, la principale sfida consiste nel mantenere su larga scala quell’autenticità e trasparenza che in primis aveva attratto quel consumatore. Man mano che i microbrand crescono, rispondere a tutte le richieste può diventare complicato e non tutti riescono a mantenere margini di profitto stabili in un mercato competitivo e, per alcuni, il rischio è quello di dover cedere a compromessi sulla qualità o sulla trasparenza.

Inoltre, il rischio di una scarsa sostenibilità economica potrebbe rendere questi marchi più vulnerabili rispetto ai colossi del settore, che dispongono di risorse maggiori.
In definitiva, i microbrand rappresentano una risorsa preziosa per il settore moda: creano nuove possibilità per i consumatori, contribuiscono al cambiamento delle abitudini di acquisto e favoriscono l’emergere di un mercato più sostenibile. La domanda, però, rimane: riusciranno questi marchi a mantenere la propria autenticità e trasparenza anche su larga scala?
di Giorgia Dallasio
11 Novembre 2024