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FASHION ADVISOR #5 – DESIGNER E ASSISTENTE DESIGNER

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Il mondo della moda viene visto attraverso l’immagine dello stilista che rappresenta la funzione più desiderata e il lavoro maggiormente richiesto.
Il fashion designer è la mente creativa che fa nascere la collezione interpretando i trend contemporanei.
Elabora disegni, bozze, sceglie i colori e i tessuti, segue il processo creativo fino alla produzione dei campioni finali.
Ci si chiede spesso se i designer debbano solo essere creativi o se debbano assumere anche un atteggiamento un po’ più pragmatico circa i costi e le alternative tecniche che permettono ad un capo di rispettare dei vincoli di costo/prezzo e qualità.
In realtà questa attività viene spesso sviluppata dagli assistenti dell’head designer, dalle persone che appartengono all’ufficio prodotto, dal Product Manager o dal Merchandiser, quindi salvo rari casi ( vedi Christopher Bailey che è stato head designer e CEO simultaneamente del brand Burberry) agli stilisti si preferisce lasciare campo libero affinchè la loro fantasia creativa non abbia troppi vincoli. Ovviamente un minimo di concretezza non è mai male…
I designer possono lavorare a tutti i livelli e in tutti i comparti, ad esempio nell’alta moda, nel pret-a-porter, negli accessori soltanto ( borse, calzature, ecc.), in specifiche linee sportswear, per le linee bambino e così via. Possono avere il loro brand o lavorare per storiche case di moda, essere freelance e lavorare per diversi brand.
Questi significa che talvolta possono esprimersi al 100% secondo i propri gusti personali , mentre in altre circostanze devono entrare “sotto pelle” nell’anima di un brand interpretandolo al meglio e traducendolo emotivamente in chiave moderna.
Una persona che desidera diventare stilista deve avere ovviamente una personalità creativa, amare l’arte e il design, saper disegnare e mixare bene i colori e le loro sfumature, conoscere i tessuti e oggi anche saper utilizzare alcuni moderni programmi di grafica a supporto della sua funzione.
 L’aggiornamento e la lettura di libri e giornali di moda è indispensabile, così come la comprensione di quello che il mercato richiede, soprattutto in un momento in cui il compratore è sempre meno passivo e quindi comprenderne le esigenze e saperle tradurre è cruciale per il successo di una linea.
Solitamente un designer proviene da un percorso umanistico o artistico, per cui visitare mostre, musei, gallerie d’arte non è inusuale, così come interessarsi a nuovi trend, mode, modifiche del costume sociale da poter integrare e a cui ispirarsi nelle collezioni. Per essere un buon designer il percorso si snoda tra lauree e istituti di moda specializzati dove apprendere la storia della moda, aspetti merceologici delle materie prime, tecniche di disegno e di progettazione digitale, il tutto da integrare possibilmente con un periodo di pratica in un laboratorio di produzione/ sartoria o presso uno studio di design dove poter comprendere la realtà della moda.

Prima di diventare designer a tutti gli effetti si passa attraverso una posizione di assistente e talvolta ci si ferma a quella diventando indispensabili in quanto specificatamente competenti e utili all’attività della mente creativa.L’assistente può concentrare in sé moltissime funzioni che vanno dall’avvio al completamento di lavori iniziati dal Senior designer (ad esempio sistema i disegni, le stampe, mette “in bella” le idee del creativo, ma anche attività più tecniche quali il supporto nella selezione dei tessuti, la visita alle fiere di settore, il controllo sui campioni).

Genericamente questa figura si identifica con l’appellativo Junior, ma nonostante la nomenclatura deve saper utilizzare programmi di grafica e talvolta excel (meglio di quanto non sappia il designer).

 In uno studio o in una casa di moda ci può essere un Junior o un gruppo di Junior che lavorano in team capitanati e controllati da un senior che è responsabile del loro operato. Ogni Junior in genere è responsabile di una parte del lavoro e come già affermato oggi deve  conoscere programmi di grafica o addirittura,nel caso della modellistica, avere confidenza  con il CAD.

Agli assistenti si richiede puntualità, buona volontà, saper essere propositivi e quindi creativi pur nei limiti che vengono concessi dall’head designer di cui devono supportare sempre  la visione. Essere un assistente Junior è la prima tappa di un percorso di designer per cui la concorrenza è spietata e spesso la posizione sottopagata (entry level) pur di poter garantire un’esperienza da poter vantare nel curriculum.

Superata la selezione la risorsa viene inserita di solito immediatamente all’interno dell’ufficio stile dove dovrà occuparsi della creazione e dello sviluppo di nuovi modelli sulla base di un tema definito dall’Head Designer, di una linea che spesso è quella del brand, creata nel corso degli anni e riconosciuta sul mercato e anche in considerazione delle tendenze moda imperanti sul mercato, il tutto anche nel rispetto di aspetti più tecnici ed economici.

Succede talvolta che proprio l’abilità in questi ultimi (che non sono esattamente la passione dello stilista a capo di un brand), faccia si che l’assistente diventi Senior ma rimanga ancorato più ad una serie di competenze maggiormente legate al lavoro dell’ufficio prodotto che dell’ufficio stile e quindi spesso transiti da un comparto all’altro, alternativamente l’esperienza nella posizione di assistente designer può permettere una crescita in tale ambito fino a promuovere il Junior a Senior ( braccio destro del designer) che può avere la responsabilità di una linea o un comparto della collezione.

 

 

di Stefano Sacchi
21 Ottobre 2022

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