5 DIRETTORI CREATIVI DA SEGUIRE CHE STANNO RIVOLUZIONANDO IL SETTORE DELLA MODA

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Tra collezioni sempre più innovative, sfilate in tutti gli angoli del mondo e creazioni che dettano gli ultimi trend del momento, chi tira le fila dietro i grandi brand di moda?

Il direttore creativo è un ruolo fondamentale per lo sviluppo artistico di un marchio, soprattutto nel settore della moda dove la capacità di saper continuare ad innovare ed innovarsi rispecchia lo spirito del brand stesso.
Ai direttori creativi viene dato il potere di stupire e sbalordire il pubblico, portandolo in un’altra realtà e dimensione, lontano dai soliti riflettori. Ed è proprio quello che fanno i seguenti 5 direttori creativi che stanno rivoluzionando l’industria della moda:

 

DEMNA GVASALIA
Demna Gvasalia è sicuramente uno dei protagonisti rivoluzionari della moda negli ultimi anni. Dopo aver lavorato con colossi come Maison Margiela e Louis Vuitton, nel 2015 approda nel mondo Balenciaga e ne stravolge i codici stilistici. Libertà creativa, sperimentazione, ribaltamento delle convenzioni della moda, sono solo alcuni dei concetti che ha portato in auge il designer con la volontà di assottigliare il confine tra alto e basso, tra moda popolare e moda elitaria. Lo stilista georgiano è riuscito a trascinare lo streetwear nel business del lusso posizionando Balenciaga come brand cool, anticonformista, anticonvenzionale, insomma anti- ciò che fino a quel momento il settore del lusso aveva proposto e massimizzato. Il potere di Demna risiede proprio nel saper provocare il pubblico, attirandolo sempre di più verso proposte che diventano unmust, nonostante non rispettino i soliti canoni conosciuti, ma piuttosto li scavalchino e creino proposte nuove.

 

ALESSANDRO MICHELE
Anche Alessandro Michele diventa direttore creativo della casa di moda Gucci nello stesso anno di Demna, proponendo uno stile però diverso, che usa il potere del design, dell’arte e della cultura per dare una definizione di moda unica nel suo genere. La contaminazione è l’espressione delle sue creazioni che introduce un orientamento genderless, fatto di esperimenti e sintesi tra barocco e punk, rinascimentale e caotico. Le collaborazioni con celebrità e altri brand sono un’altra caratteristica che porta Alessandro Michele ad affermarsi sullo scenario internazionale e la moda per lui non è solo abbigliamento, ma una vera e propria narrazione personale. Incoraggia la sostenibilità e ne supporta il suo sviluppo in Gucci, abbatte la distinzione di genere esaltando l’androginia e trasforma la fantasia in realtà, portando in passerella la magia nel vero senso del termine come nell’ultimo spettacolo Cosmogonie a Castel del Monte, dove ad ogni guest è stata regalata una stella come invito a partecipare alla sfilata.

 

SIMON PORTE
Direttamente dal Sud della Francia Simon Porte approda nella moda grazie al suo brand Jacquemus, che in pochi anni lo fa diventare uno degli stilisti più influenti al mondo e enfant prodige della moda francese. Il suo stile è l’opposto di quello descritto fino adesso, non cerca una provocazione, ma sviluppa un minimalismo pulito che resituisce alla donna grazia e femminilità. Le sue linee sono asciutte, si allontanano dal concetto di oversize e liberano la donna offrendo toni caldi e colori pastello. Il suo marchio di fabbrica è l’atmosfera bucolica e sognante, come la sfilata sui campi di lavanda “L’Amour” le cui immagini rimbalzano in rete in ogni parte del mondo o “Le Splash” che ha un tono più fresco e celebrativo nei confronti del mare, del sole e dell’oceano delle Hawaii. Il suo stile dona leggerezza e spensieratezza in un connubio di colori e sorprese che lasciano il pubblico sempre a bocca aperta, come i pop up colorati aperti solo per 24 ore nelle principali città d’Europa.

 

PIERPAOLO PICCIOLI
Dopo 26 anni di lavoro a fianco di Maria Grazia Chiuri, Pierpaolo Piccioli diventa l’unico direttore creativo di Valentino nel 2016. Sin da subito è evidente un cambiamento nelle norme stilistiche del brand, che subisce una nuova sensibilità, tanto che Pierpaolo Piccioli riceve una standing ovation alla prima sfilata di debutto nel 2017. Premi ed etichette di successo coronano tuttora la sua carriera professionale, in crescita grazie alla capacità di riscrivere la brand identity di Valentino innovandola e modernizzandola ma senza perderne l’essenza. L’inclusività è recentemente diventato il motto della maison grazie alla sfilata Anatomy of Couture, in cui “non è il corpo che deve adattarsi all’abito, ma il contrario”. L’umanità e la bellezza delle persone, senza età o taglia, viene posta al centro del suo lavoro, lanciando un messaggio sociale e politico di massima rilevanza, ovvero l’inclusione. Un’altra strategia intrapresa dal designer è quella cromatica dedicata al “macho pink”, un rosa vibrante che ha inondato la moda uomo di quest’anno invadendo social network come TikTok, celebrità, red carpet e Met Gala a 360° gradi.

 

MARIA GRAZIA CHIURI
Nello stesso anno in cui Pierpaolo Piccioli viene nominato direttore creativo da Valentino, Maria Grazia Chiuri si sposta in Dior aprendo decisamente un nuovo capitolo nella propria carriera. Infatti, nella storia della maison francese è la prima donna ad occupare il ruolo di direttore creativo per Dior. Questo si riflette anche nel suo stile, in cui la figura della donna viene posta al centro delle sue creazioni, combinando elementi classici e moderni, eleganti, ma allo stesso tempo grintosi. L’estrema femminilità che caratterizza la donna non la limita, ma anzi la incoraggia ad essere protagonista, come la sua maglia iconica “We should all be feminists”. Il connnubio del suo stile mette insieme colori tenui e ricami con un tocco moderno e sportivo con t-shirt, denim e blazer. Il suo obiettivo è quello di mantenere il codice stilistico della Maison e l’eleganza che la caratterizza da sempre, rielaborandola però dal suo punto di vista.

 

Insomma si parla di veri e propri talenti rivoluzionari che hanno la capacità di creare trend nuovi e portarli sul mercato per poi farli indossare ai clienti. Non è più abbigliamento, bensì la formula nuova di un linguaggio comune.
Chi sarà il prossimo designer a riscuotere il settore?

 

di Giorgia Dallasio
26 Maggio 2022

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